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Con il dottore, la visita è più approfondita ep.5


di Amotuttodime
26.04.2020    |    10.763    |    5 9.5
"Ritornammo in salotto, gli altri due ridevano, erano già in sintonia..."
Dopo il messaggio del dottore, chiamai Enrica, dicendogli che la sera stessa eravamo invitate a cena, e che eravamo in quattro, veniva con noi anche un suo collega. Enrica era entusiasta e mi chiese se conoscevo quel tipo. Ero abituata alle sorprese del dottore, e immaginavo che anche questa lo fosse; risposi ad Enrica che non avevo la minima idea di chi fosse. Non c'era tempo di indagare, gli dissi di venire a casa mia per prepararci. Passarono neanche dieci minuti che suonarono alla porta; era lei, aveva fatto una volata. Altre volte era capitato che si cambiasse da me per uscire, ci scambiavamo qualche capo d'abbigliamento, e anche le scarpe poiche' avevamo lo stesso numero. Ci facemmo belle, un vestitino per entrambe, rosso per me, fucsia per lei, e un bel tacco; quando usciamo da casa eravamo due figone, sexy ma non volgari. Prendemmo la sua auto, e dopo cinque minuti eravamo al cancello della villa. Enrica rimase sbalordita dalla bellezza di quella casa. Scendemmo dall'auto e subito il dottore ci venne in contro; ovviamente a me un bacio in bocca, mentre a lei sulle guance. Ci fece entrare in casa e ci disse che dovevamo aspettare un po', il suo collega che veniva a cena era in ritardo, e quindi potevano accomodarci in salotto per un aperitivo. La sua galanteria colpì Enrica, notavo dai suoi atteggiamenti che era affascinata da quell'uomo. Lui ci fece i complimenti per il nostro abbigliamento, ed in quel momento suonò il citofono: era il suo collega, un bel tipo sui cinquanta anni, molto alto, un fisico ben curato, ma non uno di quei palestrati, molto scuro di carnagione.

Ci presentammo e vidi che Enrica era particolarmente entusiasta della sua conoscenza; gli si accesero le lampadine negli occhi, e il suo interesse era ricambiato da quello di lui. In un lampo mi venne un'idea:"ma se ordiniamo qualcosa da mangiare, e ce la facciamo portare qua!, almeno stiamo più comodi e possiamo chiacchierare liberamente". Ci fu un consenso generale, e decidemmo per ordinare quattro pizze. Il dottore mi chiese di aiutarlo a preparare gli aperitivi, e ci alzammo; forse era una mossa per lasciare il collega ed Enrica da soli, in modo che potessero conoscersi un po' meglio. Quando fummo in cucina il dottore mi chiese se Enrica era consensiente, perché quel suo collega faceva parte dei suoi amici trasgressivi, e non voleva fare brutta figura. La sua domanda non mi stupi, anzi mi fece ridere e aggiunsi:" ma il tuo amico è abbastanza valido!! Perché Enrica e' da un po' che è a digiuno".
Ritornammo in salotto, gli altri due ridevano, erano già in sintonia. Il dottore mi fece sedere sulle sue gambe ed iniziò a baciarmi con tanto di lingua. Notai che Enrica stava arrossendo, non capivo se era eccitazione o disagio.
Nel mentre suonarono, erano le pizze, e il dottore si alzò per andare a ritirarele; nel frattempo io ed Enrica andammo in cucina per apparecchiare. Quando stavamo sistemando la tavola, gli chiesi se c'erano dei poblemi, se non se la sentiva potevamo anche andare via con una scusa; la conosco troppo bene, e il suo atteggiamento era insolito. Lei mi guardò e mi disse:" stai scherzando!! ho una fame!!".
Sorridendo io aggiunsi:"per tua informazione, preparati, il dottore mi ha detto che l'ospite è ben dotato", ma lei guardandomi si leccò le labra.

Ci mettemmo a tavola, e fra pizza e un buon vinello, che il dottore teneva in frigo, ci sciogliemmo; la serata scorreva tra chiacchiere e risate, poi il dottore raccontò il fatto del caffè con la sborra che avevo bevuto qualche sera prima; forse lo fece apposta, da li infatti iniziarono discorsi molto aperti e piccanti. Il dottore allora, senza alcun imbarazzo chiese ad Enrica:" ma te ingolli?", e lei molto sinceramente rispose che non ci riusciva, che era piu forte di lei: quando la sborra ce l'ha in bocca non riesce a mandarla giù e deve andare a sputarla. A quel punto intervenne il collega del dottore, e rivolgendosi a lei disse:" non riesci a farlo perché non ha mai trovato luomo giusto!!".
Questi discorsi continuarono in salotto, e tra una chiacchiera e l'altra, scoprii anche che l'amico sapeva tante cose, anche di mio marito!!
Nel grande salotto del dottore c'erano due bellissimi divani, l'uno posto difronte all'altro, così io ed il dottore ci sedemmo in uno, gli altri due sull'altro. Dopo un po' che si parlava, ci cominciammo a sbaciucchiare; anche Enrica era partita alla grande, e dopo un paio di minuti lei e l'amico erano abbracciati con tanto di lingua in bocca. I loro baci erano vorticosi, accompagnati da carezze su viso e sui fianchi, stavano già comunicando!.
Il dottore non perse tempo, e visto che anche gli altri due si davano da fare, mi infilò la mano sotto il vestito; mi rimproverò perché avevo le mutandine e mi disse:"quando vieni da me non devi indossare l'intimo!". Anche Enrica era già un pezzo avanti: aveva le mani di lui fra le cosce mentre la baciava, si vedeva che lei aveva una gran voglia di uccello. Tutto ad un tratto, la sentii che rideva, e sottovoce disse:"mi stai sfondando un fianco con questo coso duro!!". Enrica aveva superato benissimo il momento di disagio iniziale, dovuto probabilmente al fatto che era già un po' di tempo che non scopava fuori casa.

Non passò molto tempo che ci scomponemmo un po' tutti: gli uomini si abbassarono i pantaloni, mentre noi ci sfiliammo i vestiti e ci togliemmo l'intimo, restando solo in autoreggenti e tacchi. Ma ero curiosa!!, andai subito con gli occhi al pacco dell'amico, e vidi, con mio stupore, un bellissimo membro molto scuro e tutto scappellato, con grosse vene, e soprattutto già bello duro. Feci l'occhiolino ad Enrica, ma lei non perse tempo e glielo prese in mano; quell'uccello era così massiccio che non poteva stringerlo, servivano due mani.
Il dottore, al solito, era freddo, e per andare in erezione occorreva il mio intervento, così iniziai a leccarlo. Enrica si mise in ginocchio sul divano, mentre l'amico era seduto; cominciò a leccarlo, a mala pena riusciva ad imboccarlo, ma si impegnava a succhiare. Era una bellissima scena: lei piegata sul quel grosso pene, lui a sedere che gli teneva la testa sul membro, accompagnandola nel pompino. Vederli così in calore accresceva ancora di più l'eccitazione del momento; io succhiavo energicamente l'uccello del dottore, che stava cominciando a raggiungere la sua giusta consistenza. Quando fu pronto, il dottore mi disse:" amore permetti!", si alzò e ando' dietro a Enrica, che in ginocchio sul divano, teneva una posizione molto invitante.

Si avvicinò a lei, inginocchiatosi gli dette una leccata alla fica abbastanza intensa, che la fece sobbalzare, poi si alzò e di colpo, senza preavviso, la penetrò con il sui uccello. Enrica, che era impegnata con l'amico non si accorse di quello che stava facendo il dottore, ma quando sentì quel colpo nella vagina, emise un grido di piacere. Io mi avvicinai a lei e cominciai a leccare i genitali all'amico; lei si sfilò il pene di bocca e me lo passò, ed io iniziai a leccare e succhiare. Enrica, ogni volta che il dottore gli dava la spinta, veniva a sbattere col viso sul cazzo dell'amico, era tutto molto eccitante.
Andammo avanti così per una ventina di minuti, poi mi alzai, e dando le spalle all'amico, mi sedetti sul suo uccello,; lui mi prese per i fianchi regolando la scopata. Godevo!, i miei umori colavano lungo quell'asta dura e ben dritta, e i tacchi mi permettevano di avere il giusto equilibrio e una buona spinta. Stavo cavalcando l'amico, fin da subito, quando vidi il suo pene avevo desiderato di farlo in questo modo. Il dottore, che era impegnato con Enrica, ad un tratto disse al collega:" non sborragli dentro, non è protetta!!".
Lamico allora esclamò:"cazzo avevi ragione! è un gran troione. La sua fica mi sembra un polipo, mi succhia la minchia!!". Il dottore gli rispose:" anche questa è messa bene, sbrodola di continuo e mi sta allagando l'uccello!!".
Il loro modo di parlare, e il tono sicuro con cui comunicavano, invece di offenderci ci eccitava ancora di piu.

Dopo una buona mezz'ora che si scopava, cambiando qualche posizione, il dottore sfilò il membro da Enrica e me lo venne ad infilare in bocca. L'amico si staccò da me, si avvicinò ad Enrica, distesa sul divano, le prese per le gambe, portandole sulle spalle, ed iniziò a scoparla alla missionaria. Io adesso ero in ginocchio, con l'uccello del dottore che mi scopava in bocca, tenendomi per la nucca, e facendomi entrare tutto il suo membro fino in gola; i suoi colpi mi facevano uscire gli occhi di fuori. L'amico gli diceva:"cazzo ma dove le hai trovate queste due troione?!". Era piu di un ora che ci scopavano, in tutti i modi, e l'amico, rivolgendosi al dottore, disse:"io sto arrivando, non ce la faccio più, devo venire o mi schianta la minchia!!". Il dottore allora, sfilò il suo cazzo dalla mia bocca e gli disse:" sborra in bocca a lei, guarda che ingolli, che lo sa fare bene!!".
Cosi fece l'amico, mi infilò in bocca il pene, continuando a scoparmi lì, e dopo qualche colpo si fermò e cominciò a vibrare e a schizzare una marea di sborra: il primo sorso lo ingoiai, perché altrimenti mi usciva dal naso, l'altro lo lasciai in bocca, fino a che, anche l'ultima goccia non era uscita dal suo membro, poi aprii la bocca e feci vedere la sborra a tutti, e ingoiai. L'amico mi guardò e mi disse:" minchia che donna che sei!!".
Il dottore intanto stava ancora scopando Enrica in bocca e guardandomi mi disse:" avvicinati a noi!". Lui chiese ad Enrica se se la sentiva di ingoiare, ma lei con l'uccello in bocca, fece segno di no. Il dottore allora sfilò il pene e me lo infilò in bocca a me, fu una lunga sborrata, ed io ingoiai anche la sua. Dopo avergli ripulito in cazzo, l'amico batté le mani dicendo:"sei unica veramente!".

Stanchissimi, ma evidentemente soddisfatti, ci buttammo tutti e quattro sui divani; Enrica in particolare era distrutta. La guardai e gli chiesi come si sentisse, lei, tentennando la testa mi rispose:"sono fuori allenamento mi sento tutta rotta, ma ne valeva la pena!". Il dottore intervenne dicendo:"la prossima volta però devi ingoiare, ti insegneremo noi a farlo!", poi guardando me, continuò:" ti insegnerà una maestra dell'ingoio!". Fu eccitante, in quel momento mi sentivo la prima della classe, e ad Enrica avrei insegnato volentieri. Rimanemmo distesi per un po', io ero appoggiata con la testa sulla spalla del dottore, mentre Enrica teneva la sua sulle gambe dell'amico. Dopo una mezoretta, l'amico inizio' a giocare con Enrica, gli strofinava in faccia il suo uccello, e lei cercava di acchiapparlo con la bocca. Questa cosa eccitava il collega del dottore, e il suo membro non tardò a diventare nuovamente bello duro. Enrica, che aveva ripreso un po' di energie, con la bocca, prese quel membro invitante ed iniziò a ciucciarlo di nuovo; vi posso dire che stava eseguendo un pompino da vera esperta. Il dottore, che nella scopata aveva dato tutto se stesso, non era in grado di riprendere, così io e lui rimanemmo a guardare la scena. Ad un certo punto l'amico chiese al dottore un po' di succo di arancia; il dottore capì subito cosa volesse farci, lo andò a prendere e glielo mise accanto.

Enrica infuocata, continuava il pompino ma scivolava dal divano, così si mise in ginocchio sul pavimento, tra le gambe di lui. Stava eseguendo un pompino da vera maestra: prima succhiava le palle, prima una poi l'altra, poi risaliva piu su, lungo la sua asta, fino ad imboccare il pene con le sue labbra carnose, e così di nuovo scendeva ai genitali. Noi ci spostammo per guardare meglio, e il dottore mentre li guardavamo, per non perdere il vizio, mi infilò due dita in figa, per farmi godere. Enrica, con maestria, portò quel cazzone al punto di sborrare, e lui, prima di esplodere, sfilò il membro dalla sua bocca e passò il bicchiere di arancia a Enrica, dicendogli:"mettine un sorso in bocca, sensa ingoiarlo!", lei esegui quel comando, rimanendo così a vedere cosa volesse fare. Lui iniziò a menarsi velocemente l'uccello fino a che non fu sul punto di sborrare; a quel punto, inaspettatamente si avvicinò alla sua bocca, con le mani afferrò la sua testa, e prepotentemente ce lo infilo' dentro. Lei, tra succo e sborra che zampillava abbondante, non poté far altro che ingoiare.
Infatti quando l'amico tolse il cazzo nella bocca di Enrica non c'era piu niente; aveva realmente ingoiato tutto. Ci guardammo stupiti e scoppiammo a ridere, anche Enrica era soddisfatta, in effetti era il suo primo ingollo.

Dopo un po' a lei arrivo' un messaggio dal marito, ci riassettammo e ce ne andammo via, loro ci salutarono con grande effetto. In macchina Enrica mi abbracciò e mi dette un bacio dicendomi:" grazie di esistere, ti voglio bene!". Poi mi disse:" come faccio a rientrare a casa in questo stato, si vede da un chilometro che ho preso tanto di quel cazzo...!".
In realtà suo marito è un gran bonaccione e lei lo sa raggirare come vuole. Dopo avermi riaccompagnata, prese la strada di casa. Appena entrai, vidi mio marito che era sul divano davanti alla televisione; mi buttai su di lui dicendogli che ero a pezzi. Gli raccontai sommariamente la serata, ma ero troppo stanca, volevo solo andare a dormire, e gli dissi che l'indomani mattina gli avrei raccontato tutto, come piaceva a lui.
Il giorno seguente, appena svegli, andai a preparare il caffè, lo portai a letto e mi misi accanto a mio marito; gli raccontai tutto nei dettagli, e lui ovviamente ando' in tilt. Il suo membro era in erezione, eccitato mi montò sopra, ed iniziò a scoparmi. Mentre mi fotteva, continuavo a raccontargli del dottore e dell'amico, lui godeva da morire; ma durò poco, una decina di spinte e raggiunse il massimo del piacere: sfilò il membro e mi schizzò tutto sulla pancia. Più i fatti erano contorti, più il suo godimento era elevato. Passarono dieci minuti che arrivò la telefonata di Enrica, ed io la invitai a fare colazione con noi dal momento che i ragazzi erano a letto e suo marito al lavoro.
Dopo una mezz'oretta arrivò, ci sedemmo tutti e tre in cucina, e mentre preparavo la colazione, chiusi la porta per non far sentire ai ragazzi. Lei inizio' a parlare dicendo che si sentiva ancora tutta indolenzita, che quello del dottore era veramente un cavallo il cazzo, a momenti gli arrivava in gola. Mio marito gli domando' se suo marito sospettasse qualcosa, ma lei rise e aggiunse:" quando sono rientrata ha voluto scoparmi, io l'ho accontentato, ma sinceramente il suo membro non l'ho sentito propio; ho anche finto l'orgasmo", e aggiuse:"oggi la mia fica prende fuoco!"

Enrica doveva andare a fare alcune commissioni e mi chiese di andare con lei; mi preparai e uscimmo. Mentre eravamo in giro, mi chiamò il dottore; parlammo un po', gli dissi che ero con Enrica, e mi chiese se per la sera avevamo pogrammi. Lei mi fece segnale con la testa che non poteva, doveva stare con il figlio, io gli dissi che era sabato e non mi sembrava giusto lascire mio marito da solo con i figli. Il dottore capì e ci salutammo. Enrica, non appena riagganciai il telefono, mi disse:"cazzo un'altra serata come quella di ieri e la fica la posso congelare per qualche mese!".
Poi aggiunse "il dottore mi ha fatta veramente godere come non ho mai goduto; avevi ragione!, quel suo modo di fottere è unico: si fermava con l'uccello all'inizio della fica e mi faceva venire una voglia di averlo dentro!!. Solo a sentirla parlare così, mi stavo bagnando. Con lei le ore passano ad una velocità incredibile, si era fatto tardi, avevo promesso a mio marito di rientrare prima, così ci salutammo. Rientrai a casa per pranzo e lo trovai che stava riparando un attrezzo di campagna, mi misi in cucina a preparare qualcosa da mangiare. Dopo un po' lui entrò in cucina e mi disse che il dottore ci aveva invitati a casa sua quella sera; non era solo, c'era anche un suo collega, mi disse il nome ma non lo conoscevo, e che dovevo vestirmi molto sexy e soprattutto non indossare intimo ma solo le autoreggenti e tacchi vertiginosi....ma questa è un'altra storia.
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